This article is a theoretical study of the relations between logic and Anglo-American cognitive science. It uses temporal, historical, and intentional evidence, and it is based on two consequential assumptions: (a) between the late 19th century and the first decades of the 20th century, some logical systems attempted to explain the foundations of mathematics and (b) since the 1940s and 1950s, these same systems became implicit sources of contents and methods of the rising Cognitivism. This study produces an important conclusion: (...) Anglo-American cognitive science partly derives from logic and partly shares many similarities with this science. (shrink)

“L’esercizio costante rappresenta, in materie come la logica, l’unico modo per apprendere al meglio la definizione e la portata di tutti i più importanti concetti. Soprattutto, solo la pratica degli esercizi permette di immergersi appieno in simili materie di studio, acquisendone lo stile razionale e la forma mentale rigorosa e dimostrativa. In tal senso, il presente quaderno di esercizi costituisce uno strumento essenziale, soprattutto per chi intenda addentrarsi pienamente nella comprensione di una scienza tanto complessa e affascinante come è, appunto, (...) la logica. Questo vale ancora di più quando, quest’ultima, è applicata a scienze altrettanto complesse e affascinanti, come è, nel nostro caso, la psicologia”. (shrink)

La storia del pensiero psicologico interessa, per sua stessa definizione, tre ambiti gerarchici: la storia generale delle vicende umane, la storia specifica delle idee e del pensiero e la storia particolare della psicologia. Come diretta espressione delle evoluzioni nel tempo, delle vicende e delle idee umane, la storia della psicologia non può e non deve prescindere da uno studio ad ampio raggio di tutta la storia dell'uomo.

La storia della follia assume i tratti di uno straordinario racconto, laddove trame e personaggi s’intrecciano in uno svolgimento comune e condiviso. Questa storia, però, perturba gli animi, poiché essa alterna disumane crudeltà a rivoluzionarie pre- se di consapevolezza. In certi periodi e contesti storici, infatti, il folle diviene beffarda maschera del male, da allontanare, internare o, addirittura, perseguitare. Su di lui s’abbatte la crudeltà umana, dietro il velo menzognero di un’improbabile cura. La follia diviene malattia, demone, male assoluto da (...) estirpare a ogni costo, finanche sacrificando alcune sue vittime. In tal senso, la storia della follia ricorda quella dello schiavismo, o quella delle deportazioni e dei genocidi. In altri periodi e contesti stori- ci, invece, il folle diviene emblema di lotta sociale e culturale, per l’affermazione del- la soggettività umana e del suo assoluto rispetto. Egli diviene, così, il simbolo della rinascita culturale e spirituale, con gesta simboliche, come la rottura delle catene nei manicomi, sino addirittura a mettere in dubbio, o negare, l’esistenza stessa della follia. In tal senso, la storia della follia ricorda quella delle rivoluzioni, o dei moti insurrezionali, o dei radicali cambiamenti del paradigma scientifico. Nel mezzo, infine, tra estremismi così netti, s’inserisce lo scorrere della storia stessa della follia, con modali- tà spesso più sfumate e altre meno. Questa storia assume multidimensionalità, come fosse l’insieme di tante storie parallele. C’è, infatti, una storia dei luoghi della follia: dai più indegni e disumani, come i lebbrosari convertiti, le navi dei folli e i manicomi, ai più accoglienti e sensibili, come le case morali e le comunità terapeutiche. C’è, inol- tre, una storia delle idee sulla follia: da quelle che la definiscono una malattia simile a una sostanza agente, come l’organicismo, a quelle che la definiscono, invece, una proprietà o condizione esistenziale dell’individuo, contingente e risolvibile, come il mentalismo; o da quelle che la definiscono una disarmonia spirituale e una forza avversa, come l’animismo, a quelle che la definiscono, invece, una compromissione di natura ambientale, come l’ambientalismo. C’è, infine, una storia dei trattamenti della follia: da quelli più bruti e ciechi, come la bara d’acqua e la lobotomia, a quelli più umani e terapici, come l’arte della consolazione e la buona relazione. (shrink)

Al giorno d’oggi, non esiste ancora una psicologia quantistica univoca e riconosciuta da un punto di vista accademico. Alcune espressioni virtuose hanno poca voce e visibilità. L’ambito di studi è, infatti, nuovo ed è spesso visto con sospetto, come se si trattasse di una cosa poco seria o come se nascondesse trame oscurantiste e metafisiche, se non addirittura esoteriche e magiche. Per alcuni di questi autori, anzi, una simile psicologia non sarebbe scientifica ma solo commerciale. Sicuramente, simili impressioni sono riduttive (...) e ingenerose. Soprattutto, esse non sono rigorose e lasciano il tempo che trovano. Tali impressioni paiono, infatti, più il prodotto di una certa chiusura dogmatica, o paradigmatica, senza una vera e piena conoscenza delle tesi proposte. Esse difettano dal punto d vista della logica e dell’argomentazione. Sostenere, ad esempio, che la psicologia quantistica sia non scientifica è un errore banale, frutto di ignoranza, perché tale psicologia fonda sulla scienza quantistica. Sostenere, inoltre, che la psicologia quantistica sia magica o esoterica è, invece, un errore capzioso e tendenzioso. Essa è, invece, olistica, ovvero onnicomprensiva ed eclettica. Probabilmente, per chi è abituato a lavorare con le minuzie, ciò può sembrare magico. D’altra parte, però, bisogna pure ammettere che molti esponenti della psicologia quantistica di oggi sono, effettivamente, poco rigorosi. Essi sembrano, anzi, intenzionati ad alimentare la loro immagine esoterica e le finalità commerciali non sono, in questo caso, da escludere. Questi contributi non devono, però, essere considerati come vera espressione di una psicologia e una psicoterapia quantistiche, come qui intese. Essi, piuttosto, possono essere definiti come espressioni di una certa New Age quantistica. Questo è, certamente, un uso diverso del paradigma quantistico, di cui non terremo conto. In fondo, anche la scienza deve, oggi, ben distinguersi dai tentativi di sostituirla, ad esempio, alla religione, quale unica fonte di verità. In ogni caso, questa intricata situazione, dove chi denigra s’oppone a chi cavalca questa stessa denigrazione, fomenta l’incomprensione e, soprattutto, impedisce alla psicologia quantistica d’imporsi con tutta la sua forza esplicativa e scientifica. L’intento del presente lavoro è quello di spezzare l’attuale circolo vizioso in merito al paradigma quantistico e alle sue applicazioni in psicologia. In questo modo, sarà possibile tacitare i denigratori poco sapienti, magari aprendo le loro prospettive, e sarà, inoltre, possibile smentire e smascherare i falsi possessori di un sapere arcano ed esoterico, magari avviandoli verso prospettive più realistiche e praticabili. Al fine di argomentare con rigore le proprie tesi, credo sia sempre essenziale muoversi nel rispetto di certi criteri condivisi e condivisibili. Innanzitutto, credo sia necessario affrontare le questioni con logica e razionalità. La logica si pone oltre le sue possibili espressioni, perché coincide con il tentativo di dare una spiegazione razionale ai fenomeni osservati. In tal senso, la logica diventa uno stile, il quale può essere assunto per qualsiasi ambito di studio. Anche la psicologia quantistica può, quindi, essere sottoposta a una lettura logica, per scoprire quanto questa sia diversa dalla lettura logica della psicologia ordinaria. Come, però, questa psicologia ordinaria, oggi predominante, fonda sulla sua logica, allo stesso modo anche la psicologia quantistica, qui presentata, fonda sulla sua logica. Ne risultano, inevitabilmente, due psicologie diverse ma, a loro modo, logiche e, quindi, oggetto della ragione. Inoltre, credo sia altrettanto necessario affrontare le questioni con scienza e metodo. In tal senso, il riferimento a una certa letteratura diviene indispensabile e basilare. Questa letteratura, nel caso della psicologia quantistica, fa riferimento a scienziati di diverse discipline che hanno contribuito e contribuiscono alla definizione dei suoi principi. Tra questi figurano premi nobel nel campo delle scienze fisiche, innovatori nel campo delle scienze psicologiche e pensatori dallo spessore indiscusso. Essendo, inoltre, il campo di studi qui definito quello della psicologia quantistica applicata alla psicoterapia cognitiva, credo che l’atteggiamento clinico debba, infine, direzionare gli altri precedenti. In questo caso, infatti, ogni questione, elaborazione, valutazione o argomentazione deve sempre essere ricondotta alla sua applicabilità pratica, nel merito dell’intervento clinico sulla persona. Nel presente testo, questa necessità diventa un parametro importante di conferma delle tesi esposte. Da un punto di vista clinico, ciò che conta di più è l’efficacia di un certo intervento. La sua verifica sperimentale può essere solo susseguente e non necessaria. L’importante, cioè, è che quanto si fa sia utile per la persona e sia in grado di apportare benessere, consapevolezza e auto-determinazione. In tal senso, la prima verifica della psicologia quantistica applicata alla psicoterapia cognitiva sta proprio nell’evidenza pratica e clinica. (shrink)

Come migliore introduzione ad un manuale di logica deduttiva pensato per le scienze psicologiche, crediamo sia necessario definire i seguenti termini: logica, logica deduttiva e logica come arte. Crediamo, infatti, che la chiara conoscenza di tali concetti predisponga e prepari allo studio di una materia complessa come la logica e allo studio delle relazioni, forse ancor più complesse, tra logica e psicologia. Possiamo dare della logica almeno due definizioni, una più ampia ed una più ristretta. Secondo un’accezione estesa, possiamo allora (...) definire la logica come lo studio dei processi inferenziali del ragionamento umano. La logica studia, cioè, la struttura e le funzioni della ragione nel momento in cui essa produce giudizi o argomentazioni sul mondo. Invece, secondo un’accezione ristretta del termine, possiamo definire la logica come lo studio della validità dei ragionamenti umani, così come essi sono espressi linguisticamente. La logica studia, cioè, le forme corrette della ragione distinguendole dalle forme scorrette, o fallaci. La logica, infine, deve essere distinta da tutte le scienze che, come la psicologia, possono condivide- re il medesimo oggetto di studio, il ragionamento umano. Esiste, infatti, una parte cospicua della psicologia che studia proprio il ragionamento. Mentre, però, la psicologia considera quest’ultimo nella sua complessità psichica e mentale, la logica considera, invece, solo i suoi prodotti finali e formali, senza occuparsi dei suoi contenuti. La logica deduttiva è, invece, una branca della logica focalizzata sullo studio delle inferenze certe che, a partire da premesse vere e note, conducono a conclusioni, prima ignote, che sono altrettanto vere. Il senso della deduzione è, infatti, proprio il movimento che la ragione umana svolge quando cerca conferma alle proprie conoscenze acquisite e alle proprie generalizzazioni. La deduzione procede, cioè, dal generale, espresso nelle premesse, al particolare, espresso invece nella conclusione. In senso ri- stretto, perciò, la logica deduttiva studia la validità di tali forme di ragionamento e argomentazione. Deduzione e logica deduttiva devono, infine, essere distinte da induzione e logica induttiva, da un lato, e da abduzione e logica abduttiva, d’altro lato. L’induzione, infatti, procede dal particolare al generale, in senso contrario rispetto alla deduzione, da premesse parziali e non certe a conclusioni sempre incerte ma generali. L’abduzione, invece, è una modalità di ragionamento del tutto ipotetica, lontana dalle certezze conoscitive della deduzione o dalle certezze agognate dall’induzione. Concludiamo con il concetto di logica come arte. L’arte è, qui, da intendersi come sublime saper fare e produrre, estetica che diviene pragmatica. L’arte è, però, anche uno straordinario strumento di massima espressività estetica al servizio dell’artista che ne fa uso per rappresentare il mondo, la vita e se stessi. La logica come arte è, allora, da intender- si come sublime ragionare, pensiero forte che diviene pratica. La logica come arte è, inoltre, un potente strumento di massima espressività razionale al servizio dello scienziato o dello studioso che ne fa uso per spiegare come funzionano il mondo, la vita e se stessi. In questo manuale, useremo pertanto la logica come strumento di massima espressività razionale al servizio dello psicologo, che è lo scienziato e studioso della psiche. La logica come scienza, invece, è concentrata su se stessa, sulle proprie conoscenze esclusive, tutte legate al tema della dimostrazione, e sui propri progressi, così incurante di ogni altra scienza, se non collateralmente. La logica come arte deriva dalla logica come scienza ma se ne distacca nelle finalità ultime, privilegiando e potenziando le sue qualità applicative e strumentali. (shrink)

This work investigates some of the most important logical limits of scientific knowledge. We argue that scientific knowledge is based on different logicalforms and paradigms. The logical forms, which represent the rational structure of scientific knowledge, show their limits through logical antinomies. The paradigms, which represent the scientific points of view on the world, show their limits through the theoretical anomalies. When these limits arise in science and when scientists become fully and deeply aware of them, they can determine logical (...) or paradigmatic revolutions. These are different in their respective courses, although the logical forms and the paradigms are parts of the same type of knowledge. In the end, science can avoid or can integrate its different limits. In fact, the limits of science can become new opportunities for its growth and development. (shrink)

The relationship between fear and courage has been discussed in terms of opposite though mutually involving notions. However, their link has not been inquired extensively. Recently, new light has been shed on the topic thanks to recent empirical evidence within emotion theories that stress the role played by perception and/or cognition in the experience of fear, as well as the role played by the “emotional virtue” of courage in fear regulation. Questions arise whether fear has a fundamentally perceptual structure or (...) is a biologically-grounded natural kind, and whether such an emotion-related virtue as courage is intrinsically or extrinsically related to fear. This paper considers the last problem first, then enlarges the picture to fear modeling, finally drives some conclusions which aim at deepening the relationship between fear and courage. As a result, it emerges that the emotion of fear has a conceptual, emotional, situational and subjective dimension. Assuming fear as a possible emotional center within the subject’s cognitive experience, the virtue of courage appears to balance the excess and lack of fear, and is consequently related to rational thoughts and consistent behavior, laying the foundations for a new Aristotelian-Thomistic account for it. (shrink)

Drawing on the natural-resource-based view, we propose that employee stakeholder integration is linked to environmental performance through firms’ proactive environmental strategies, and that this link is contingent on shared vision. We tested our model with a cross-country and multi-industry sample. In support of our theory, results revealed that firms’ proactive environmental strategies translated employee stakeholder integration into environmental performance. This relationship was pronounced for high levels of shared vision. Our findings demonstrate that shared vision represents a key condition for advancing (...) the corporate greening agenda through proactive environmental strategies. We discuss implications for the CSR and the environmental management literatures, with a particular focus on the NRBV and stakeholder integration debates. (shrink)

El texto da cuenta de la importancia de los saltos, de la necesidad de explorar otras formas de lectura que escapen de los cánones estáticos implementados por los tiempos; llama también a construir abordajes y miradas hacia los pasados, que no sucumban a las búsquedas historiográficas tradicionales. Se vuelve, entonces, una trinchera que exhibe rupturas, obras olvidadas de autores como Marx, y bocetos que se van dibujando porque cuestionan y reelaboran discusiones que los estudios académicos han mantenido inertes.

This work analyzes and characterizes the spread of the COVID-19 disease in Mexico, using complex networks and optimization approaches. Specifically, we present two methodologies based on the principle of the rupture for the GC and Newton's law of motion to quantify the robustness and identify the Mexican municipalities whose population causes a fast spread of the SARS-CoV-2 virus. Specifically, the first methodology is based on several characteristics of the original version of the Vertex Separator Problem, and the second is based (...) on a new mathematical model. By solving VSP, we can find nodes that cause the rupture of the giant component. On the other hand, solving the NLM can find more influential nodes for the entire system’s development. Specifically, we present an analysis using a coupled social network model with information about the main characteristics of the contagion and deaths caused by COVID-19 in Mexico for 19 months. This work aims to show through the approach of complex networks how the spread of the disease behaves, and, thus, researchers from other areas can delve into the characteristics that cause this behavior. (shrink)

Monographic issue on the Philosophy of Emotions. Contents: Resentment, Empathy and Indignation; Jacqueline Taylor / Compassion without Cognitivism; Charlie Kurth / “I Don’t Want Your Compassion!”. The Importance of Empathy for Morality; Manuel Camassa / Making sense of emotional contagion; Carme Isern-Mas, Antoni Gomila / On Pride; Lorenzo Greco / Envy and its objects; Alessandra Fussi / Admiration, moral knowledge and transformative experiences; Maria Silvia Vaccarezza / Fear as Related to Courage: An Aristotelian-Thomistic Redefinition of Cognitive Emotions; Claudia Navarini, (...) class='Hi'>Ettore De Monte / On Courage. The Sense Of θυμός; Tiziana Migliore / Shades of Schadenfreude. A phenomenological account of pleasure at another’s misfortune; Danilo Manca / Concern and the Structure of Action; Alexander A. Jeuk / On Sexual Lust as an Emotion; Larry A. Herzberg / Emotions and Literature in Musil; Zeynep Talay Turner. (shrink)

La formación basada en competencias es una orientación educativa que pretende dar respuestas a las necesidades de la sociedad contemporánea; el término competencia, a pesar de su amplia utilización y reconocimiento desde las Ciencias Pedagógicas, ha tenido diversas significaciones y es objeto de múltiples interpretaciones a partir de las disímiles posturas epistemológicas de los investigadores. En el artículo fueron valoradas algunas de las propuestas realizadas en el último decenio por varios autores sobre la formación de competencias, lo cual permitió asumir (...) posiciones acerca de esta problemática de acuerdo con los retos y problemas del contexto social, comunitario, profesional y organizacional de la universidad cubana. The competency-based learning and development is an educational orientation that seeks to respond to the needs of the contemporary society, the term "competence", despite its widespread use and recognition from the Pedagogical Sciences with different meanings and subject to multiple interpretations given the dissimilar epistemological positions of researchers. The article examined some of the proposals made in the last decade by several authors on competence formation that helped to assume scientific positions about this problem according to the challenges and problems of the social, community, professional and organizational of Cuban universities. (shrink)

This article reflects on childhood times based on the words chrónos, kairós and aión, which the Greeks use to conceptualize time, in dialogue with different authors, such as Kohan, Pohlmann, Skliar, Kohan and Fernandes. In the pedagogical field, we explore how Pedagogy of Childhood has focused on the importance of childhood temporality and children’s agency, with contributions from Hoyuelos, Parrini, Aguilera et al., Barbosa, Oliveira-Formosinho e Araújo, Oliveira-Formosinho, Pinazza and Gobbi. We reflect on what forms of organizing time are possible (...) when we think about children and their childhoods. Would it be a continuous and chronological time, a time of opportunity for the instant or the timeless intensity of the aiónic? Would it be possible to open spaces in school for other temporalities, given its immersion in chronological time, and its extreme emphasis on routine? We seek a relationship between forms of temporality, philosophy, and early education in order to explore alternative possibilities in the relationship between child and the school context, and conclude that, since the child’s is the aiónic time of intense experience, it is in the heightened dynamic immediacy and the multiple symbolic languages of play that it may be possible to create pedagogical structures that provide a dwelling for childhood temporality. (shrink)

We address current needs for neogenomics-based theoretical and computational approaches for several neuroscience research fields, from investigations of heritability properties, passing by investigations of spatiotemporal dynamics in the neuromodulatory microcircuits involved in perceptual learning and attentional shifts, to the application of genetic algorithms to create robots exhibiting ongoing emergence.

El propósito de esta investigación es tratar de hacer una aproximación al pensamiento metafísico de Nicolás de Cusa partiendo de su libro La caza de la sabiduría, en las siguientes fases: 1. En primer lugar, pretendo contextualizar al autor, principalmente aquellos aspectos que han marcado notoriamente su pensamiento, como son por ejemplo el comienzo del renacimiento, su papel en la defensa de la unidad de la iglesia, la presencia del pensamiento aristotélico y platónico en la época en que vivió, etc. (...) Trato de destacar lo que considera las claves hermenéuticas para la comprensión de su pensamiento filosófico. 2. A continuación, analizo los temas tratados en esta obra, remarcando las grandes cuestiones Cusanas, a medida que van siendo incoadas. Cito algunas de las discusiones planteadas en la bibliografía referentes a la interpretación que diferentes autores han ido haciendo, y trato de aportar luces tras la lectura e interpretación del libro La caza de la sabiduría. 3. Finalmente presento una serie de conclusiones con mi parecer personal acerca de algunas de las cuestiones más debatidas en la bibliografía consultada. (shrink)

The article develops a dialogue between the works of Marx, Husserl and Heidegger, about the problem of mathematization in its double perspective: scientific and economic. At first, we show the way in which ideation as well as real abstraction involve a forgetting of the world of life will be exposed. In a second moment, we will focus on the dissolution of the gold standard and on fictitious capital, to show the contemporary expression-in an economy obsessed with the reproduction of abstract (...) wealth-of the aforementioned oblivion. (shrink)

O principal objetivo deste artigo é realizar uma crítica ao argumento segundo o qual o princípio majoritário apresenta riscos à democracia, usualmente empregado pelos defensores da legitimidade democrática do controle jurisdicional de constitucionalidade das leis. Em uma sociedade democrática, onde os princípios da liberdade e da igualdade são adotados, o princípio majoritário fornece um critério justo para identificar os pontos de vista que devem prevalecer ao final de processos coletivos de tomada de decisão. As regras da unanimidade e da maioria (...) qualificada são insuficientes para corrigir as alegadas injustiças produzidas pelo princípio da maioria, em virtude das dificuldades de efetivação que possuem, da ausência de real proteção às minorias e das contradições internas que apresentam. Embora seja possível imaginar um sistema jurídico no qual o princípio majoritário viabilize a existência de uma tirania ou ditadura da maioria, presumir que, nesse contexto, os juízes necessariamente formarão o grupo de defensores dos direitos das minorias é realizar uma aplicação seletiva do princípio da igualdade. (shrink)

The concept of polarity is pervasive in natural language. It relates syntax, semantics and pragmatics narrowly, Semantics: an international handbook of natural language meaning, De Gruyter Mouton, Berlin, 2011; Israel in The grammar of polarity: pragmatics, sensitivity, and the logic of scales, Cambridge studies in linguistics, Cambridge University Press, Cambridge, 2014), it refers to items of many syntactic categories such as nouns, verbs and adverbs. Neutral polarity items appear in affirmative and negative sentences, negative polarity items cannot appear in affirmative (...) sentences, and positive polarity items cannot appear in negative sentences. A way of reasoning in Natural Language is through Natural Logic. This logic is based on the concept of polarity in order to make the meaning of a sentence weaker o stronger without changing its truth value. There exist many proposals to compute polarity in the Natural Logic context, the most widely known are the ones by: van Benthem, Sánchez-Valencia, Dowty, and van Eijck, 6th international Tbilisi symposium on logic, language, and computation, Batumi, Georgia, Springer, 2007). If Natural Logic is going to be used, as an inferential mechanism between text fragments, in Natural Language Processing applications such as text summarization, question answering, and information extraction, it is a priority to know what the existing relationship among the aforementioned algorithms is; for example, to implement the most general. We show in this paper the equivalence among the analyzed algorithms, filling a gap in Natural Logic research, particularly in computing polarity, and the soundness of their algorithms. (shrink)

Se trata de una reseña del libro Doran, Robert (2021) _La Teoría de lo sublime. De Longino a Kant, _traducción de Luisa F., Lassaque, Buenos Aires: Editorial Prometeo, 370 páginas.

En los más disímiles contextos universitarios, se generan hoy programas para mejorar los desempeños de los docentes en el proceso formativo; pero, infortunadamente estos no siempre resultan en un mejoramiento de la práctica cotidiana de las universidades, sobre todo en la calidad de la formación de los profesionales. De este hecho, el propósito del presente artículo está dado en realizar una valoración de las principales influencias epistemológicas en lo relativo a la profesionalización del docente universitario y develar aquellos desempeños idóneos (...) esenciales que deben poseer en este nivel de educación como expresión de las competencias que deben desarrollar. Today, in most diverse university contexts, programs are developed to improve the performance of professors in the educational process; but unfortunately, they do not always result in improving the daily practice of universities, especially in the quality of professionals training. Of this fact, the purpose of the present article is to carry out a valuation of the main epistemological influences related to the professionalization of universities` professors; and to determine the main essential suitable performances these professionals should have as an expression of the competences they must develop. (shrink)

RESUMEN El martiniqués Édouard Glissant ha sido uno de esos autores cuya obra poética, filosófica y literaria ha hecho una trashumancia en los espacios académicos y de los grupos militantes que se autoidentifican como decoloniales. Siendo objeto de relectura critica decoloniales, la categoria de creolización de Glissant se posiciona -al decir de algunos- como un auténtico ejemplo del pensamiento decolonial radical; como un arquetipo de una epistemologia no europea desde el Caribe. A contracorriente con estas ideas, deseo mostrar en qué (...) sentido la categoria de creolización de Glissant, entendida como un fenómeno del pasado y un horizonte del futuro, como un caos que promete un futuro y que es irremediablemente creol, antes de ser una categoria de negación y ruptura total con la filosofia modernidad, ofrece una comprensión renovada de dos categorias del pensamiento moderno: el cosmopolitismo y cosmopolitización. En efecto, el pensamiento de Édouard Glissant dialoga con la modernidad europea y no parece tener como intención una ruptura epistémica definitiva. ABSTRACT Martinican Édouard Glissant has been one of those authors whose poetic and literary work has made a transhumance in academic spaces and militant groups that identify themselves as decolonial. Being the object of a critical rereading of decolonials, the category of creolization is positioned - according to some - as a true example of decolonial thought, as an archetype of a non-European epistemology from the Caribbean. Against these ideas, there is a wish to show, in this paper, in what sense Glissant's category of creolization, understood as a phenomenon of the past and a horizon of the future in the whole world, as a chaos that promises a future and that is irremediably creol, offers a renewed understanding of two categories of modern thought: cosmopolitanism and cosmopolitization. Indeed, Glissant's thought dialogues with European modernity, and it does not seem to intend a definitive or partial epistemic break. (shrink)

La logique cartésienne est introuvable parce qu’on a cherché une logique qui n’existe pas, c’est-à-dire une logique classique sur le modèle des manuels de la tradition réformée. La puissance transgressive de Descartes, même dans ce domaine, a été radicale : il a bafoué l’Arbre de Porphyre, vidé de sens la théorie des catégories, montré l’inutilité du syllogisme pour la recherche scientifique. Sans efficacité, à son avis, fut le renouveau d’une logique fondée sur des normes préconstituées. Il se « limite » (...) pourtant à suggérer, sur le modèle des procédés mathématiques, une attitude de pensée centrée sur l’intuitus et dont les relations sont garanties par les notions de « série » et de respectus. La transgression cartésienne a été si bouleversante que « Descartes logicien » devient un auteur maudit et l’attitude qu’il aurait voulu inspirer n’a connu aucune fortune, à telle enseigne que même la Logique de Port-Royal qu’on voudrait cartésienne consacre un grand espace à la syllogistique.Undiscoverable is the Cartesian logic, because scholars looked for a logic that does not exist, i.e. a classical logic after the model of traditional, more or less reformed, manuals. Descartes’ transgressive power was radical even in this domain : he scorned Phorphyrius Tree, voided the theory of categories of all meaning, showed the uselessness of syllogism for scientific research. Just as totally ineffective was, in his view, the renewal of a logic founded on preconstituted norms. He therefore « limits » himself to suggest, after the model of mathematical procedures, an attitude of thought centered on intuitus and whose relationships are guaranteed by the notions of « series » and respectus. The Cartesian transgression turned out to be so upsetting that « Descartes the logician » became a wicked author and the attitude he had meant to inspire had no fortune whatsoever, to such a point that even the Logic of Port-Royal – purportedly Cartesian – leaves much room to syllogistics. (shrink)

Abstractabstract:Aristotle identifies four modes of unity: numerical, specific, generic, and proportional or analogous. Recent scholarship has renewed the Renaissance and early Modern Thomist critique that John Duns Scotus's (d. 1308) doctrine of the univocity of being is based on a failure to appreciate proportional unity. This paper attempts to fill a gap in the copious literature on Scotus's doctrine of the univocity of being by presenting and offering an analysis of the texts where Scotus addresses the topic of proportional or (...) analogous unity. The paper argues that Scotus's early and mature works consistently reject the notion that an analogous or proportional unity can serve as the foundation for greater than equivocal unity between concepts, and that Scotus's developed position represents an alternative to Aristotle's division of unity into the modes of numerical, specific, generic, and analogous. Nonetheless, Scotus's early remarks on an analogous unity that is mind-independent provide both an internal justification for the dispute that ensues between Thomists and Scotists over whether a single concept can signify analogously—a dispute that features such distinguished participants as Thomas de Vio Cajetan (1469–1534) and Bartolomaeus Mastrius (1602–73)—and an avenue for further investigation into the thought of the Subtle Doctor. (shrink)

A stochastic version of the Noether theorem is derived for systems under the action of external random forces. The concept of moment generating functional is employed to describe the symmetry of the stochastic forces. The theorem is applied to two kinds of random covariant forces. One of them generated in an electrodynamic way and the other is defined in the rest frame of the particle as a function of the proper time. For both of them, it is shown the conservation (...) of the mean value of a random drift momentum. The validity of the theorem makes clear that random systems can produce causal stochastic correlations between two faraway separated systems, that had interacted in the past. In addition possible connections of the discussion with the Ives Couder’s experimental results are remarked. (shrink)